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Salva-precari, Anief: “Ci appelliamo alla sensibilità dei parlamentari coinvolti”

marcello pacifico anief

In merito alla discussione in Commissione Lavoro sul salva-precari, arriva la nota stampa di Anief che si appella alla “sensibilità dei parlamentari coinvolti” affinché “approvino le importanti richieste di modifica, a partire dalla stabilizzazione di tanti docenti precari, come quelli di religione cattolica, i maestri della scuola primaria e gli Itp già assunti”.

Il commento del presidente Anief

“Il decreto scuola rimane l’occasione giusta – spiega il leader del sindacato, Marcello Pacifico – per intervenire su tanti nodi da sciogliere. Sono emendamenti che esperti e legali hanno predisposto, a partire dalla cancellazione di quel vergognoso record di supplenze che hanno portato i dirigenti scolastici a ricorrere con sempre maggiore insistenza alle Mad e che ancora oggi, superata la metà del mese di novembre, sono alla base dalla mancata copertura di tutte le cattedre, affidate non di rado a supplenti privi del titolo di studio previsto dalla legge, oppure con i contratti annuali o fino al termine delle lezioni ancora da sottoscrivere, di cui tantissimi sul sostegno agli alunni disabili. Ancora di più perché nei giorni scorsi, alcuni dei nostri emendamenti hanno trovato una risposta positiva nelle dichiarazioni espressi da più di un deputato della maggioranza parlamentare: ora è bene che si dia seguito a quegli intenti. Noi, comunque, andiamo avanti”. 

Gli emendamenti Anief che verranno riproposti al Senato

Gli emendamenti presentati dall’Anief – conseguenti alla piattaforma sindacale che ha portato martedì scorso allo sciopero nazionale Anief e al sit-in a Roma e alle rivendicazioni in audizione parlamentare – che non hanno avuto seguito riguardano la riapertura delle GaE, una gestione diversa e su base provinciale delle Graduatorie d’istituto, l’immissione in ruolo dei dottori di ricerca; una valutazione diversa dei requisiti di servizio per l’accesso alle nuove graduatorie e al corso abilitante; una mobilità aperta alle necessità e alle esigenze professionali e di famiglia; l’avvio di corsi-concorsi riservati per dirigenti scolastici e dirigenti tecnici a tempo determinato; la stabilizzazione degli ex Lsu e, parallelamente, del personale Ata per il quale si continua ad assumere con numeri spaventosamente bassi. Il sindacato chiede anche di rinnovare le graduatorie Afam, dei ricercatori e il salario accessorio del personale dell’Università e che opera negli atenei.

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Decreto salva precari sotto la lente delle Commissioni Cultura e Lavoro della Camera

È entrata nel vivo, all’interno delle Commissioni congiunte Cultura e Lavoro di Montecitorio, la scrematura dei circa 280 emendamenti presentati al decreto scuola n. 126, di cui 13 firmati dalla maggioranza, che andrebbero a  modificare parti strutturali del testo, in vista della discussione in Aula alla Camera prevista per il 25 novembre. Sebbene siano già diversi gli emendamenti considerati inammissibili, parte dei quali “per estraneità di materia”, molte delle richieste formulate dall’Anief sono state reputate ammissibili, anche attraverso modifiche analoghe. 

Decine di emendamenti ancora approvabili

Tra questi ultimi emendamenti, dello stesso tenero e con contenuti sostanzialmente uguali a quelli presentati dal giovane sindacato autonomo, figurano, in particolare, l’avvio di una procedura concorsuale riservata anche agli 8 mila nuovi maestri della scuola dell’infanzia e della primaria, quindi da immettere in ruolo, l’allargamento dei requisiti d’accesso al concorso straordinario, l’assunzione in ruolo di personale Ata con almeno 24 mesi di servizio svolto, la mobilità professionale degli amministrativi che hanno assunto il ruolo superiore, come facenti funzione Dsga, anche se privi di laurea. 

Rimangono in vita, quindi, decine delle richieste Anief che puntano a trovare una soluzione definitiva al sempre più grande problema della supplentite, quest’anno esploso con 205 mila contratti annuali sottoscritti: un vulnus di grandi dimensioni che riguarda pure il reclutamento, il quale continua a poggiare su convinzioni errate, come quella che l’attuazione di qualche concorso, con un numero ristretto di posti messi a bando, pur con un’alta mole di cattedre vacanti, possa sistemare tutto. 

Tra gli emendamenti similari a quelli propositi dall’Anief, che quindi il sindacato sostiene, figura il provvedimento di inserimento nelle GaE “da emanare entro il 30 giugno 2020 (…) a domanda, di tutto il personale in possesso di abilitazione, ivi incluso il diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002 e il diploma tecnico professionale, nonché del personale educativo”. La richiesta, formulata dall’on. Federico Mollicone (FdI), prevede anche l’utilizzo delle graduatorie d’Istituto ai fini delle immissioni in ruolo “nel caso in cui la graduatoria permanente sia esaurita e rimangano posti a essa assegnati”: in tal caso, “si procede all’assunzione per scorrimento dalle graduatorie d’istituto che sono trasformate, a decorrere dall’anno scolastico 2020/2021, in graduatorie provinciali, aggiornabili ogni anno e aperte a nuovi inserimenti”. Inoltre, si chiede che “il personale sprovvisto di abilitazione, al fine della conferma nei ruoli”, possa entro il 30 giugno 2020, “conseguire la relativa abilitazione all’esercizio della professione attraverso la frequenza di apposito corso universitario”. 

Sempre a proposito dei docenti precari con diploma magistrale, l’on. Flora Frate (M5S) chiede che il testo del decreto n. 126 preveda anche la loro partecipazione ai concorsi, la conferma dei ruoli già sottoscritti e la proroga dei contratti in essere, permettendo a coloro che sono stati “assunti a tempo indeterminato con clausola risolutiva e che hanno superato l’anno di prova di entrare in ruolo allo scadere dell’anno scolastico in corso 2019/2020”. 

Più emendamenti, a firma degli onorevoli Valentina Aprea (FI) e Carmela Bucalo (Fd), inoltre, indicano la necessità di procedere alla “eliminazione del vincolo delle ventiquattromila assunzioni per la secondaria”. L’on. Aprea e Frate, inoltre, indicano la necessità di procedere allo “scorrimento delle graduatorie degli idonei per le assunzioni”. Sono stati considerati ammissibili anche le richieste che puntano alla “eliminazione limite temporale del servizio e valutazione dell’anno in corso”, alla “riduzione a due annualità del servizio valutabile” per l’accesso ai concorsi riservati, alla “eliminazione dell’anno di servizio specifico” sulla classe di concorso per la quale si chiede di concorrere. 

Rimane in vita l’emendamento sull’ammissione ai ruoli e alla specializzazione su sostegno “per chi ha prestato servizio senza titolo”, presentato da Paola Frassinetti (FdI) e Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana-Leu): l’obiettivo è quello di produrre “l’acquisizione del diploma universitario di specializzazione per le attività di sostegno, nel caso in cui il vincitore ne sia sprovvisto”.

Per iniziativa dell’on. Valentina Aprea (FI), si vuole aprire alla “valutazione del servizio prestato nelle scuole paritarie e IeFP anche per i ruoli”, a patto che “tale servizio sia svolto in enti accreditati dalle regioni, sia riconducibile a una delle classi di concorso per cui è bandito il concorso oppure all’insegnamento di sostegno e sia stato prestato per garantire l’assolvimento dell’obbligo d’istruzione”. 

Sono stati reputati ammissibili anche gli emendamenti sulla “riduzione da cinque a tre anni del vincolo di permanenza dei neo-assunti”, sulla “mobilità straordinaria per tutto il personale di ruolo”, sullo “scorrimento GaE in altra provincia per i ruoli”, sulla “trasformazione delle graduatorie di istituto in provinciali e riapertura terza fascia”, sul “nuovo corso concorso riservato per ricorrenti contenzioso avverso bandi 2011, 2015, 2017 “, sullo “scorrimento graduatoria idonei concorso ds”, sulla “quota del 30% di riserva al concorso per dirigenti tecnici” a tempo determinato e sulla conferma degli “incarichi dirigenti tecnici a t.d.”. Rimane in piedi anche l’emendamento sull’ammissione al “concorso riservato per Dsga per facenti funzione con 36 mesi di servizio e ATA con 5 anni di servizio senza laurea”. 

Tra le richieste di modifica ammissibili, sempre in linea con quelle prodotte dal sindacato Anief, risultano quelle per lo scorrimento della graduatoria degli idonei al concorso Dsga, per l’esonero dalle rilevazioni biometriche anche per i dipendenti di Università e Afam, per l’assunzione del personale AFAM a tempo determinato da graduatorie aggiuntive, per l’immissione in ruolo di ricercatori a tempo indeterminato e per la Carta europea dei ricercatori, oltre che per il trattamento accessorio del personale universitario. 

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“Salva-precari”e Manovra 2020, Anief elabora 40 proposte di modifica per la V Commissione del Senato

Anief Sciopero

Nel giorno dello sciopero del 12 novembre, del riuscito sit-in di piazza Montecitorio e dell’audizione tenuta dall’Anief presso la Commissione Cultura della Camera per far comprendere ai parlamentari l’importanza di modificare il decreto “salva precari bis”, il sindacato autonomo invita i senatori competenti a rivedere il Disegno di legge di Bilancio 2020 AS 1586, in diverse parti riguardanti l’istruzione pubblica a tutti i livelli: Anief chiede in particolare di modificarlo, in merito al trattamento economico del personale, alla riforma sul sostegno, alla formazione e al reclutamento del personale docente, allo stato giuridico e alla mobilità di Ata e insegnanti, agli organici e all’obbligo scolastico, nonché al personale dell’Afam, dell’Università, ai ricercatori, al trattamento pensionistico e al bornout. Le proposte seguono quelle formulate per la modifica, in 30 punti, del Decreto legge n. 126/2019. Le riporta sinteticamente lo stesso sindacato in una Nota Stampa e qui sotto sintetizzata.

Basta con i sotterfugi: l’istruzione pubblica, dalla scuola dell’Infanzia all’Università, compreso il mondo della ricerca, ha un bisogno estremo di nuove leggi e di finanziamenti adeguati. A tracciare la strada da percorrere, per risollevare un settore sempre più bistrattato e considerato solo in caso di bisogno per far quadrare i conti dello Stato, è il sindacato autonomo Anief, che chiede di mettere mano alla bozza della manovra di fine 2019, predisposta dal Governo e ora all’esame delle Commissioni senatoriali di competenza, nelle parti riguardanti la Scuola, l’Università e la Ricerca.

“Nel bilancio di previsione dello Stato per il 2020, comprendente indicazioni per quello del triennio 2020-2022, il sindacato ritiene indispensabile introdurre una serie di elementi, non più procrastinabili”, spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: a livello stipendiale, occorre approvare il salario minimo garantito nei rinnovi contrattuali, un adeguato avanzamento stipendiale dei dipendenti pubblici, notevolmente più alto dell’ultimo misero +3,48% del 2018 dopo un decennio di blocco, oltre che il trattamento accessorio per il personale universitario.

Per quanto riguarda la piaga del precariato, che ha raggiunto livelli record, occorre procedere con urgenza allo scorrimento delle graduatorie degli idonei per il concorso docenti, oltre che allo scorrimento graduatorie idonei concorsi per dirigenti scolastici e Dsga. Per quel che riguarda il sostegno, risulta indispensabile una regolamentazione dei posti da attivare il Tfa, l’assegnazione delle ore settimanali di sostegno come previsto delle commissioni mediche e dalla diagnosi funzionale, la stabilizzazione degli assistenti alla comunicazione e all’autonomia, la trasformazione posti in deroga di sostegno in organico di diritto e assunzioni.

A proposito del nuovo reclutamento, servono, sempre secondo il sindacato, interventi relativi alla formazione e al reclutamento del personale docente, attraverso, in primis, la riapertura delle GaE, l’estensione del doppio canale di reclutamento alle graduatorie d’istituto, trasformate in graduatorie provinciali. C’è bisogno anche di avvalorare il diploma magistrale per la partecipazione ai concorsi, la conferma dei ruoli, la proroga contratti in essere, rivedere la formazione iniziale e prevedere prove suppletive per il concorso docenti.

Sulla sponda dello stato giuridico e della mobilità del personale scolastico, si deve procedere con il recupero di tutte le fasce stipendiali del personale scuola neo-assunto post 2011, con la valutazione intera del servizio pre-ruolo in ricostruzione carriera e servizio paritarie, con l’equiparazione giuridico-economica tra personale scolastico precario e di ruolo, nonché con l’applicazione delle “voci” RPD e CIA per supplenze brevi; infine, con il passaggio a uno o più livelli superiori del personale Ata e la sostituzione della temporizzazione con la ricostruzione di carriera per Dsga. Va poi applicata l’estensione della “carta docente” a precari, Ata e personale educativo, la riduzione da cinque a tre anni del vincolo di permanenza dei neo- assunti, la mobilità straordinaria per tutto il personale di ruolo, il superamento del divieto di Comando, Distacco e Utilizzo presso altra amministrazione del personale scolastico.

A livello di organico, è bene procedere con il recupero di tutti i posti “Quota 100”, con l’adeguamento dell’organico di fatto ad organico di diritto, anche sui posti in deroga di sostegno e per le sezioni Primavera; va migliorato poi il rapporto alunni-docenti e formazione delle classi; ripristinato l’insegnamento per moduli nella scuola primaria, attivati i rapporti PIRLS, avviata una volta per tutte l’educazione motoria nella scuola primaria. Sulla revisione dei cicli scolastici, Anief propone di estendere l’obbligo a diciotto anni e anticiparne l’avvio dagli attuali sei a cinque anni di età degli alunni; va anche previsto l’insegnamento curricolare dell’educazione civica, come l’attivazione dei posti in organico profilo AS e C del personale ATA, il corso di formazione, la mobilità professionale per le graduatorie 2010 e l’indizione di nuove procedure. Sempre per gli Ata, è fondamentale procedere con il ripristino degli organici e una nuova gestione delle supplenze.

Per tutto il personale della scuola, inoltre, il Governo deve prendere atto dell’alta incidenza di burnout tra il personale della scuola, in particolare tra gli insegnanti: l’accertato carattere gravoso della professione è motivo più che sufficiente per collocare il personale docente nelle figure professionali che beneficiano degli anticipi pensionistici, alla pari del personale delle forze dell’ordine.

A proposito del personale Afam, dell’Università e dei dirigenti scolastici, il giovane sindacato prevede una nuova collocazione professionale, per valorizzarne i ruoli professionali centrali: si chiede, nello specifico, una componente variabile pe il fondo del trattamento accessorio del personale dell’Università, l’assunzione dei ricercatori a tempo indeterminato, come previsto dalla Carta europea. Per quel che riguarda, infine, i dirigenti scolastici, un nuovo corso-concorso riservato per i ricorrenti avverso bandi 2011, 2015 e 2017, assieme allo scorrimento delle graduatorie degli idonei dell’ultimo concorso terminato per diventare dirigenti scolastici.

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Salva-precari, la Gilda in audizione: “Decreto monco”

Rino di Meglio

“Senza il Disegno di Legge sulle abilitazioni, il Decreto precari oggi in discussione risulta monco e rischia di fallire l’obiettivo per il quale è stato concepito e che consiste nell’avvio di una procedura abilitante strutturale in grado di ridurre a percentuali fisiologiche il fenomeno del precariato. Ci aspettiamo, pertanto, che il Disegno di legge sulle abilitazioni venga presto inviato alle Camere per una sua celere approvazione”.

Così la delegazione della FGU-Gilda degli Insegnanti ha esordito la mattina del 12 novembre in audizione davanti alle Commissioni Istruzione e Lavoro di Montecitorio.

Entrando nel merito dei contenuti del Decreto 126, la FGU-Gilda degli Insegnanti ha posto l’accento in particolare su alcuni aspetti qui di seguito elencati sinteticamente.

SCUOLE PARITARIE
Ok alla procedura concorsuale anche per i docenti con servizio nelle paritarie ma utile ai soli fini abilitativi (sbocco naturale di stabilizzazione in una scuola paritaria). Ok prova scritta informatizzata analoga, ma distinta, tra chi partecipa, oltre che a fini abilitativi, anche ai 24.000 posti vacanti riservati a chi ha almeno tre anni di servizio nella scuola statale.

SOSTEGNO
Sarebbe opportuno chiarire che il servizio effettuato su posto di sostegno senza titolo è, come avviene regolarmente, riconosciuto in tutto e per tutto come servizio specifico sulla classe di concorso dalla quale si è ricevuta la nomina. Vista la carenza cronica di docenti specializzati sul sostegno, sarebbe inoltre opportuno consentire la partecipazione al concorso straordinario degli specializzati sia per la scuola secondaria di primo grado che a quella di secondo grado. Per la prova orale, si ritiene opportuno valutare il periodo di formazione e prova.

24 CFU
Oltre a quelle per i 24mila vincitori, lo Stato si faccia carico anche delle spese per l’acquisizione dei 24 crediti formativi universitari sostenute dai candidati al concorso straordinario che, pur avendolo superato, non rientrano nel contingente previsto per le assunzioni.
Netta contrarietà alla soppressione delle disposizioni transitorie che consentivano ai docenti con tre anni di servizio di accedere alla procedura ordinaria senza i 24 CFU.

EDUCAZIONE CIVICA (LEGGE 92/2019)
Servono correzioni ed integrazioni per evitare che gli insegnanti siano gravati da ulteriori incombenze burocratiche senza un compenso adeguato.

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Sciopero della scuola, Anief: “Modifiche al decreto salva-scuola”

anief sciopero roma 12 novembre 2019

Centinaia di lavoratori della scuola hanno protestato a Roma, davanti Montecitorio, per chiedere modifiche all’inconcludente decreto salva scuola e al deludente capitolo del comparto Istruzione della Legge di Bilancio.

La manifestazione, svolta nel giorno dello sciopero nazionale Anief aperto a tutto il personale docente e Ata, di ruolo e precario, agli educatori, al personale Ata, dell’Afam e dell’Università, ha voluto sensibilizzare il Parlamento, dove in questi giorni è entrato nel vivo il confronto sul decreto ribattezzato “salva precari bis”: il testo è giunto all’esame delle Commissioni di competenza, prima del voto finale dell’Aula previsto a fine mese. 

Il leader dell’Anief, Marcello Pacifico, ha detto, prima alla piazza e poi ai parlamentari, che “sul precariato cronico italiano è giunta l’ora di trovare soluzioni adeguate rispetto al diritto dell’Unione Europea, ma anche della nostra Costituzione. È bene che, come accaduto in passato, i nostri governanti della scuola abbiano la coscienza di ascoltare le richieste di chi, come l’Anief, segue da anni le necessità dei lavoratori della scuola, ad iniziare da quelli precari. I problemi riguardanti alcuni particolari e sentiti temi, come gli organici sottodimensionati, i profili professionali bloccati e le cattive norme che regolano il reclutamento del personale, non si possono risolvere da soli o con provvedimenti deboli”.

Ai lavoratori della scuola non piacciano i decreti che il Governo si appresta a varare. Oggi i manifestanti lo hanno detto a gran voce, partecipando al sit-in Anief di Montecitorio, chiedendo anche delle soluzioni per risolvere una volta per tutte la piaga del precariato e della supplentite, ma anche per chiedere stipendi adeguati da assegnare al personale della scuola e diverse soluzioni che migliorerebbero la vita scolastica in modo deciso. 

Sempre nella stessa mattinata, una delegazione del giovane sindacato Anief, guidata dal presidente nazionale Marcello Pacifico, ha presentato nel corso di un’audizione tenuta presso la VII e XI Commissione riunite della Camera ben trenta proposte di modifica, anche al fine di fare condannare l’Italia alla procedura d’infrazione per la mancata stabilizzazione di decine e decine di migliaia di precari della scuola italiana pur in presenza di posti vacanti e disponibili. 

“Anief si batterà sino all’ultimo – ha spiegato il suo presidente nazionale perché vengano portati a termine questi obiettivi in sede parlamentare, ben definiti nella piattaforma sindacale. Nel frattempo, comunque, il giovane sindacato ha deciso di aprire le preadesioni gratuite ai ricorsi, al fine di tutelare nelle sedi opportune i diritti dei troppi docenti, amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici, facenti funzione Dsga, dirigenti tecnici con incarichi temporanei e ora anche esclusi dal nuovo concorso riservato oppure al corso abilitante o di specializzazione per l’insegnamento agli alunni con disabilità accertata. Ma anche per andare a determinare una riflessione seria sui testi ora all’esame di Montecitorio”. 

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Decreto salva-precari, 30 proposte di modifica a firma Anief

Anief Sciopero

Decreto salva-precari, l’ufficio legislativo Anief elabora 30 proposte di modifica per gli articoli 1, 2 e 5. “Per risolvere una volta per tutte il problema della precarietà e del reclutamento, Il giovane sindacato chiede di intervenire con degli emendamenti appositi al dl ora all’esame della Commissione Cultura della Camera: le modifiche riguardano GaE, Graduatorie d’istituto, docenti di religione, infanzia e primaria, dottori di ricerca, requisiti di servizio per l’accesso alle nuove graduatorie e al corso abilitante, mobilità, corsi-concorsi riservati per dirigenti scolastici e dirigenti tecnici a tempo determinato, stabilizzazione Lsu e personale Ata, concorso riservato agli amministrativi facenti funzione Dsga, nuove graduatorie Afam, ricercatori e salario accessorio del personale dell’Università”. Lo afferma il giovane sindacato in una nota stampa.

Fino a domenica, in dieci schede, saranno presentate le diverse richieste di intervento proposte di emendamento, raggruppate per materia d’intervento. Martedì 12 novembre, in occasione dello sciopero e del sit-in in Piazza del Parlamento dalle 9 alle 13, ci sarà il confronto con alcuni rappresentanti dei gruppi parlamentari e la discussione con la stampa. Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, è un’occasione importante perché la politica ascolti chi ogni giorno vive i problemi della scuola e dell’università. Basta, a volte, avere un po’ di buon senso e confrontarsi per capire le ragioni della protesta e rispettare il diritto.

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Decreto n. 126/19 salva-precari bis: per l’Ufficio Legale Anief ci sono diversi motivi per ricorrere

Anief Sciopero

Aperte le preadesioni gratuite ai ricorsi per tutelare i diritti dei troppi docenti, ATA, Collaboratori Scolastici, facenti funzione DSGA, Dirigenti Tecnici con incarichi temporanei esclusi dal nuovo concorso riservato e/o corso abilitante. Il giovane sindacato spera ancora nel dialogo con il sit-in e lo sciopero del 12 novembre, giorno decisivo per chiedere al Parlamento profonde modifiche prima della conversione in legge.

“Siamo pronti al nuovo contenzioso seriale – afferma il presidente del sindacato Marcello Pacifico – e spiegheremo alla Commissione UE perché questa norma così scritta non risolve la “supplentite” né supera la procedura d’infrazione per migliaia di precari della scuola italiana, ma rimaniamo aperti al confronto con il Governo per trovare delle soluzioni che rispettino il diritto dell’Unione e la nostra Costituzione”.

LE ESCLUSIONI ILLEGITTIME RIGUARDANTI L’ACCESSO AL CONCORSO RISERVATO E AL CORSO ABILITANTE PER LA SCUOLA SECONDARIA

Confermata l’impossibilità di accesso ai ruoli di quanti hanno svolto servizio nella scuola paritaria essendo prevista la loro partecipazione alle procedure concorsuali straordinarie ai soli fini abilitativi. L’esclusione riguarda anche il servizio prestato nei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale, in qualità di Dottore di Ricerca – cui non viene riconosciuto il periodo di durata del dottorato come effettivo servizio di insegnamento – o, ancora, l’impossibilità di partecipare al concorso straordinario anche per classi di concorso per cui non si ha servizio specifico, mentre estremamente illogica appare l’impossibilità di presentare domanda sia per una classe di concorso curricolare, sia per i posti di sostegno.

Troppe le limitazioni anche alla valutazione del servizio prestato: si esclude quello svolto precedentemente agli ultimi 8 anni, quello relativo all’anno in corso 2019/2020 anche se il contratto è già in essere, lo stesso servizio prestato per almeno 2 anni come requisito di accesso, così come previsto dal Decreto Dignità.

Totalmente illogica e discriminatoria risulta, inoltre l’esclusione del concorso straordinario per la scuola dell’Infanzia e della Primaria, dove vi sono 16 mila posti vacanti e disponibili e il contenzioso seriale per la spendibilità del diploma magistrale per l’accesso ai ruoli è ancora pendente, per il personale educativo e per i docenti di religione, per i quali è stata sollevata dal Tribunale di Napoli una nuova causa in Corte di Giustizia europea.

Il giovane sindacato ritiene infine illegittima la soglia stessa dei 24mila posti prevista con l’esclusione degli idonei dalla nuova graduatoria finale sostitutiva della relativa GaE esaurita, il criterio del superamento della selezione per il conseguimento della sola abilitazione a differenza del precedente PAS, il vincolo del contratto in corso per l’iscrizione al corso abilitante.

LE ALTRE NORME CONTESTATE PER DSGA FACENTI FUNZIONE, ATA, COLLABORATORI CCOLASTICI, DIRIGENTI TECNICI CON INCARICHI TEMPORANEI Il sindacato, infine, attiva le preadesioni ai ricorsi per far ammettere al concorso riservato il personale ATA facente funzione DSGA o il personale con cinque anni di servizio senza la laurea, i Dirigenti Tecnici che hanno svolto tale funzione con incarichi temporanei oltre i 36 mesi di servizio, e per stabilizzare i collaboratori scolastici con gli stessi requisiti del personale delle cooperative dei servizi esternalizzati che entrerà nei ruoli il prossimo 1° gennaio

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Educazione Civica, secondo il salva-precari bis si farà “senza assumere alcun docente”

aula generica esami maturità 2019

Ritorno dell’educazione civica ancora al risparmio: si farà senza assumere alcun docente, secondo quanto prevede il decreto “salva precari bis”, appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, nel quale si sancisce che l’insegnamento dovrà avvenire affidandosi all’organico già presente, senza alcuna aggiunta. Per il sindacato non è un buon viatico verso l’introduzione della disciplina, perché potrebbe rivelarsi una conferma del modello leghista di inglobarla all’interno di altre materie. È bene, quindi, che il decreto, ora all’esame del Parlamento, venga modificato anche in questa parte. “Speriamo solo che per l’insegnamento dell’educazione civica in ogni grado scolastico – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – non si voglia prevedere un organico aggiuntivo solo perché si ha l’intenzione di formare, a breve, dei docenti potenziatori o soprannumerari. Qualsiasi altra soluzione, come quella di utilizzare docenti che già insegnano discipline affini, ricalcherebbe quella approntata in malo modo dal precedente esecutivo e contro la quale si è mosso non solo il sindacato, ma tutta l’opinione pubblica oltre che organismi di rilievo come il Consiglio superiore della pubblica istruzione. Ancora una volta, se le cose stanno così, ci ritroviamo con il Miur che vuole fare delle nozze con i fichi secchi”.

Sul ritorno dell’educazione civica a scuola si continua a perdere solo tempo: dopo il rinvio del goffo tentativo della Lega di imporla già dall’anno scolastico in corso, con tanto di parere negativo del Cspi al decreto approvato con ritardo, il nuovo ministro dell’Istruzione ha saggiamente deciso di fermare tutto e prendersi un anno di tempo per migliorare il testo della legge già pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Con una Circolare, di metà settembre, il Miur ha comunicato che “l’On. le Ministro ha ritenuto di accogliere il parere del CSPI e, pertanto, di non dare seguito alla sperimentazione per l’anno scolastico in corso”.

Nella stessa comunicazione del Miur è stato spiegato che “per il solo anno scolastico 2019/2020, nelle scuole di ogni ordine e grado continuerà ad essere impartito l’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione”, di cui alla legge 30 ottobre 2008, n. 169, e continueranno ad essere applicati l’articolo 2, comma 4, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62, relativo alla valutazione di tale insegnamento, e il successivo articolo 17, comma 10, concernente il colloquio nell’ambito dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione”.

Per l’Anief, che aveva promesso di adire le vie legali, recandosi in tribunale, qualora l’educazione civica fosse imposta da subito nei termini raffazzonati così come si voleva fare nel precedente governo, quella Circolare del ministero ha rappresentato un importante obiettivo: il sindacato autonomo, aveva indicato da subito la possibilità proficua di utilizzare i dodici mesi di tempo per arrivare alla naturale adozione della legge sul ritorno dell’educazione civica, al fine di migliorare l’impianto normativo e trovare i finanziamenti necessari per valorizzarla e conferirle l’autonomia che invece, all’interno di altre materie, così come era stata predisposta, non poteva di certo avere. Inoltre, si sarebbe provveduto a formare i docenti a cui affidare la disciplina, in modo che avessero una preparazione specifica sulle lezioni da intraprendere.

Da come si stanno mettendo le cose, però, il quadro che si delinea è ben diverso: il Decreto scuola, ribattezzato “salva precari-bis”, appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, “ha sancito che il suo insegnamento dovrà avvenire con l’organico già presente, senza aggiunte”, fa oggi notare la rivista Orizzonte Scuola. Infatti, leggiamo all’articolo 7: 1. All’articolo 2 della legge 20 agosto 2019, n. 92, dopo il comma 9, è aggiunto il seguente: «9 -bis. L’intervento previsto non determina un incremento della dotazione organica complessiva e non determina l’adeguamento dell’organico dell’autonomia alle situazioni di fatto oltre i limiti del contingente previsto dall’articolo 1, comma 69, della legge 13 luglio 2015, n. 107».

“Speriamo di sbagliarci – commenta Marcello Pacifico, leader del sindacato nazionale Anief – ma se si vuole continuare con la linea delle riforme della scuola e dei miglioramenti del sistema d’istruzione all’insegna del costo zero, se non dei tagli, non ci siamo proprio. Se un governo crede in un progetto formativo, con risvolti sociali, quale è quello dell’impartire fondamentali conoscenze del vivere civile, anche a livello europeo, allora si deve prevedere un minimo sindacale di investimento. Altrimenti, si tratta dell’ennesima manovra-spot, utile solo a creare consensi di masse ma poi priva di contenuti ed effetti pratici reali, quindi senza alcuna ricaduta didattica degna di questo nome”.