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Dpcm, la nota ai dirigenti scolastici

Il 25 ottobre il Ministero dell’Istruzione ha inviato ai dirigenti scolastici una nota per accompagnare l’attuazione del nuovo DPCM.

Per le scuole dell’infanzia e le istituzioni scolastiche del primo ciclo, recita la nota, l’attività didattica resta in presenza. Per le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado la soglia minima di erogazione dell’attività in didattica digitale integrata è incrementata, secondo le nuove disposizioni, ad almeno il 75%, anche qualora le ordinanze regionali rechino un limite inferiore. Particolare attenzione, nell’attuazione della misura, sarà posta agli alunni con disabilità, con disturbi specifici dell’apprendimento e altri bisogni educativi speciali.

lucia azzolina
Il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina

Le scuole, spiega la nota, in considerazione della necessità di disporre del tempo sufficiente ad adeguare l’organizzazione didattica alle misure del nuovo Dpcm, provvederanno all’adozione degli atti necessari nella giornata di domani, lunedì 26 ottobre, con efficacia, poi, dal giorno successivo.

Il documento si chiude con un ringraziamento “per il lavoro che la comunità scolastica ha compiuto e per gli sforzi che ogni giorno le istituzioni scolastiche profondono per garantire l’effettività del diritto allo studio delle studentesse e degli studenti, in un momento di estrema complessità per il Paese”.

La nota completa qui.

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Il nuovo DPCM: cosa cambia nel mondo della scuola

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte (foto: wikicommons)

L’ultimo Dpcm, firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal ministro della Salute Roberto Speranza, contenente le nuove misure restrittive per contrastare la nuova ondata di contagi da Covid19, include nuove indicazioni rivolte al mondo della scuola.

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte (foto: wikicommons)
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte (foto: wikicommons)

Nel testo integrale e definitivo, in vigore fino al 24 novembre prossimo, si legge che la didattica a distanza sarà impartita almeno per una quota oraria del 75%. Mentre l’attività didattica ed educativa per il primo ciclo di istruzione e l’infanzia continua a svolgersi in presenza. Tra le novità per la scuola c’è l’entrata posticipata, sempre nelle superiori, lo stop dei viaggi d’istruzione, le riunioni degli organi collegiali solo con modalità a distanza. Le procedure concorsuali, come la selezione straordinaria per 32.000 posti avviata questa settimana, vanno avanti.

Sempre tra le disposizioni approvate per la scuola, si legge che le istituzioni scolastiche di secondo grado potranno modulare “ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e uscita degli alunni, anche con turni pomeridiani”, ma con ingressi che non potranno “ogni caso avvenire prima delle 9”. Come riporta Orizzonte Scuola, vengono “sospesi i viaggi di istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche, programmate dalle scuole di ogni ordine e grado. Restano le attività inerenti i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento”.

Inoltre, “le riunioni degli organi collegiali delle istituzioni scolastiche ed educative di ogni ordine grado possono essere svolte in presenza e a distanza, in base alle possibilità di garantire il distanziamento fisico. Il rinnovo degli organi collegiali può avvenire con modalità a distanza, purché venga garantita la segretezza delle operazioni. Le Università, sentito il Comitato Universitario regionale di riferimento, possono organizzare le attività didattiche in presenza e a distanza, in base all’andamento epidemiologico e in funzione delle esigenze formative”.

Viene incentivato lo smart working nella pubblica amministrazione. Infine, il concorso straordinario per docenti della scuola secondaria, “iniziato il 22 ottobre, continuerà il suo iter. Nella bozza di decreto circolata ieri si leggeva uno stop ai concorsi pubblici e privati: questa parte non è più presente nel testo definitivo. Dunque potranno essere svolte anche le prossime prove per il concorso ordinario previsto dopo quello straordinario in corso di svolgimento”.

Il commento di Pacifico (Anief)

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “ha fatto bene il Governo a prendere una decisione nazionale, come avevamo chiesto, adottando quella cabina di regia indispensabile per evitare spiacevoli differenziazioni di trattamento. A questo punto è bene che il contratto integrativo sulla didattica a distanza, in via di pubblicazione, contenga le dovute tutele per il personale coinvolto. Sul concorso straordinario della scuola secondaria, invece, continuiamo ad essere contrari, ancora di più perché i dati dei contagi risultano in crescita, mettendo a repentaglio la salute di oltre 64.000 partecipanti, e perché continuano a non essere previste delle prove suppletive che vanno a danneggiare i diritti dei tanti esclusi perché in quarantena o impossibilitati a partecipare alle prove perché malati”.

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Alunni disabili, con il Covid sono stati abbandonati: “2 su 3 non fanno nemmeno la DaD”

Con l’esplosione del Covid-19, i ragazzi disabili hanno subito un danno enorme. “Stiamo perdendo anni di terapia. Sono stanca, stanchissima di battermi per diritti fondamentali: la salute, l’istruzione. Stanca del silenzio assordante che ci circonda”, ha spiegato la madre di un giovane al Corriere della Sera. Il silenzio di cui parla è quello delle istituzioni, che le associazioni di disabili denunciano da settimane.

La ministra Lucia Azzolina, dal canto suo, ha scritto lunedì scorso una lunga lettera dedicata al tema, indirizzata a tutti i protagonisti della scuola per ricordare quanto fatto finora e per condividere riflessioni per sanare «alcuni disallineamenti», promettendo che farà di tutto per garantire che la scuola rimanga inclusiva. «Ma non c’è niente di concreto. Non lasciare nessuno indietro… di grazia me lo può spiegare come?”, dice al quotidiano il signor Vito Crea, calabrese, 58 anni, padre di tre figli tra cui Francesca, 17 anni, con una diagnosi di autismo di terzo grado, presidente di Angsa Reggio Calabria e Adda.

Secondo le sue stime, due alunni con disabilità su tre sono stati tagliati fuori dalla DaD: come si fa “con la didattica a distanza che il 70% degli alunni disabili non è in grado di seguire? Sapete cosa vuol dire per un papà far indossare tutte le sante mattine un casco al proprio figlio, di quelli che si indossano per andare in moto, per girare in casa e impedirgli di sfracellarsi la testa contro un muro in una delle sue crisi autolesioniste? Che ne sapete delle mamme e delle loro notti passate insonni con i loro figli che non dormono senza farmaci, messi da parte per evitare controindicazioni e rischi di finire in ospedale ed essere contagiati? Che ne sapete dei salti mortali fatti per spiegare che non si può uscire, che non si può vedere un terapista in questi anni diventato amico? Su 450 esperti a libro paga dell’unità di crisi non ce n’è uno che capisce le problematiche dei disabili”.

L’ultimo decreto, quello del 26 aprile, ha però fornito dei provvedimenti specifici per disabili: tra le disposizioni c’è la possibilità di non indossare la mascherina e «la riattivazione delle attività sociali e socio-sanitarie erogate dietro autorizzazione o in convenzione, comprese quelle erogate all’interno o da parte di centri semiresidenziali per persone con disabilità». “Quattro righe dopo mesi di silenzio – commenta Fortunato Nicoletti, vigile del fuoco, nato a Napoli, a Milano da oltre 18 anni, papà di 3 figli, due adolescenti di 16 e 17 anni e di Roberta, 4 anni fra poco e una malattia genetica, la displasia campomelica acampomelica, che le richiede assistenza 24 ore su 24- I disabili sono stati completamente abbandonati da tutti, comuni, regioni, purtroppo anche dal governo”.

Anche la scuola potrebbe fare di più per andare incontro alle esigenze formative degli alunni disabili. A partire dalla messa in campo di docenti specializzati: invece, solo 35 mila docenti, a fronte di un numero quasi doppio di posti liberi, sono coinvolti nel conseguimento del titolo di specializzazione di sostegno. Ed è per questo che Anief continua a chiedere di attivare “percorsi universitari abilitanti in modalità telematica riservati al personale docente con almeno 24 mesi di servizio con contratto a tempo determinato sulla stessa tipologia di posto, o con contratto a tempo indeterminato al fine di favorire il passaggio di ruolo”: lo ha fatto anche nei giorni scorsi, facendo presentare modifiche emendative ad hoc al DL Cura Italia n. 18 del 17 marzo 2020 e allo stesso Decreto Legge 22 in via di approvazione definitiva, proprio in queste ore, al Senato.

Considerando che con l’avvio del prossimo anno scolastico mancheranno all’appello circa 50 mila insegnanti specializzati, sulle oltre 60 mila cattedre vacanti complessive, tra organico di diritto e deroghe. Ed avere un bel numero di persone anche specializzande sarebbe un traguardo importantissimo. È da qui, infatti, assieme alla stabilizzazione del personale specializzato, che passa la vera continuità didattica. È bene, quindi, che in parallelo alla conclusione del IV ciclo di specializzazione per le attività di sostegno, si preveda l’avvio dei corsi e delle attività formative, anche attraverso modalità telematiche, rivolti a precari che hanno già sviluppato una conoscenza biennale del sostegno agli allievi con disabilità.

Anche su questi argomenti, dalle 16 alle 17.30 di oggi, giovedì 28 maggio è previsto un incontro on-line: si tratta del webinar “Un sostegno didattico tra diritti negati e bisogno di Stabilizzazione”. Interverranno Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, Walter Miceli, responsabile nazionale della rete dei legali Anief e coordinatore della campagna #Sostegnononunoradimeno, Evelina Chiocca, presidente C.i.i.s., Giovanna D’Agostino, presidente associazione inseganti per il sostegno. 

Anief, che porta da sempre avanti la battaglia sul diritto all’inclusione, alla piena istruzione di ogni nostro alunno, al riconoscimento della dignità di ogni insegnamento anche su posti di sostegno, ha dedicato il webinar a tutti gli insegnanti di sostegno che nel tempo del Covid-19 vogliono confrontarsi. Dopo il webinar, gli utenti registrati riceveranno la documentazione relativa ai temi affrontati durante il webinar; inoltre, saranno contattati, anche telefonicamente, per la valutazione dell’organizzazione e per eventuali ulteriori approfondimenti.

(fonte: Ufficio Stampa Anief)

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Rientro a scuola, la viceministra: “Incrementare il corpo docente”

foto verna ascani odg

Il Governo sta verificando la possibilità di incrementare l’organico del corpo docente, in vista del rientro a settembre con classi divise ma in presenza fino alla scuola media compresa: l’idea, prospettata alcuni giorni fa dall’Anief, è stata annunciata oggi dalla viceministra Anna Ascani, durante un’intervista a Skytg24. La rappresentante del Governo Conte, però, ha anche detto che si vorrebbero affidare parti di queste attività educative a enti del Terzo Settore e associazioni. E che alle superiori si continuerà la didattica a distanza.

aula scuola generica

L’INTERVENTO DELLA VICEMINISTRA

“Ci stiamo confrontando anche con il ministero dell’Economia per capire in che misura noi potremo contare su un ampliamento di organico”, ha oggi detto la viceministra Anna Ascani per poi anche specificare che “per noi conta avere un organico potenziato, perché naturalmente è quello che ci permette di organizzare più attività”.

Dalla rappresentante del Governo, però, è stata rilasciata pure una dichiarazione che merita degli approfondimenti: “Avremo sicuramente bisogno – ha detto Ascani – di professionalità specializzate per le nuove attività. Naturalmente i Comuni hanno anche delle relazioni importanti con enti del Terzo Settore e associazioni che possono farsi carico di un pezzetto di queste attività educative, però per noi conta avere un organico potenziato, perché naturalmente è quello che ci permette di organizzare più attività”.

Come desta qualche perplessità il destino che si sta programmando per gli studenti delle scuole superiori: “probabilmente in questo caso – ha annunciato Ascani – la didattica a distanza continuerà a essere una parte del loro curriculum. L’attività in presenza sarà di meno rispetto al passato e sarà integrata con la didattica a distanza, che soprattutto nelle scuole secondarie di secondo grado ha funzionato meglio”.

LA POSIZIONE DEL SINDACATO

Secondo Anief, qualsiasi tipo di rientro in classe non può prescindere dalla conferma dei contratti in essere e dall’ampliamento dell’organico del personale docente e Ata: il giovane sindacato ha calcolato che a settembre, poiché fino alla terza media compresa si dovranno prevedere gruppi-classe di non oltre 15 alunni o comunque sdoppiare le classi, come ha ammesso oggi la viceministra Anna Ascani, serviranno almeno 15 mila docenti aggiuntivi per ogni annualità. A questi si dovranno aggiungere 5 mila Ata, che si dovranno occupare soprattutto di una sorveglianza ed assistenza maggiorata per assolvere alle norme sanitarie e sui distanziamenti. Essendo 11 le annualità scolastiche da coprire, dall’infanzia alle medie, per quasi 6 milioni di alunni complessivi, il conteggio dell’organico potenziato arriva a quota 200 mila: 160 mila docenti e 40 mila Ata.

“A settembre bisognerà affidare gli alunni ai docenti – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -: certo, a quelle lezioni possono essere presenti esperti esterni, sempre con il lasciapassare degli organi collegiali della scuola, ma non pensiamo di affidare gruppi di alunni, peraltro in tenerissima età perché vanno dai 3 gli 11 anni, a persone che non siano insegnanti. Si tratterebbe di una grave lesione del diritto allo studio: proprio nei mesi del recupero delle conoscenze non acquisite, per via del coronavirus, si produrrebbe per tre giorni a settimana un servizio che non è scuola. E non diciamo subito di no”.

Proprio per garantire un rientro a settembre degli alunni senza perdere continuità didattica e ulteriore formazione, Anief si è fatta da tramite per presentare alla VII Commissione del Senato una serie di emendamenti al decreto legge n. 22 sulla Scuola che nei prossimi giorni saranno esaminati dai senatori in vista della conversione finale in legge.

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Didattica mista, il dietrofront di Lucia Azzolina: “Solo una proposta, nulla di già deciso”

lucia azzolina foto facebook

La didattica mista, con studenti a metà tra aula e casa, era da considerarsi “solo una proposta” rivolta principalmente agli “studenti più grandi”. Lo afferma Lucia Azzolina, ministro dell’Istruzione, dopo che l’ipotesi era circolate e criticata nelle scorse ore da parte di alcuni sindacati, dalle opposizioni ma anche da alcuni esponenti della maggioranza.

lucia azzolina foto facebook
Lucia Azzolina (foto: Facebook)

La querelle è entrata nel vivo dopo l’intervento delle scorse ore della responsabile del Dicastero all’Istruzione in tv, a Sky. La trasmissione ha provocato una serie di reazioni e spinto la Ministra a un lungo post di chiarimento su Facebook.

Ieri hanno fatto discutere alcune mie proposte per la riapertura di cui ho parlato in tv. Non sono decisioni già prese o imposte, sono elementi di dibattito, basati sul lavoro che stiamo portando avanti con il Comitato di esperti che sta collaborando con il Ministero per la ripresa delle attività e il Comitato tecnico scientifico che supporta il Governo dall’inizio dell’emergenza. Di questo ho parlato ieri, di proposte. Le critiche sono sempre utili, basta che non siano pretestuose.

Certo, ci sarebbe piaciuto poter riaprire tutto e farlo subito. Il Presidente del Consiglio Conte, io stessa, gli altri Ministri avremmo potuto inseguire un facile consenso, cavalcando il malcontento di una popolazione comprensibilmente esausta. Ma abbiamo giurato sulla Costituzione di fare l’interesse del Paese, non di curare il tornaconto personale. La salute dei cittadini viene prima di ogni cosa. Di questo siamo convinti.

Lucia Azzolina
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Coronavirus, l’ipotesi di ripartenza non convince il sindacato

In merito alle possibili ipotesi per la ripartenza della scuola, Anief ritiene che vi siano diversi punti, enunciati dalla ministra dell’Istruzione, su cui il Governo farebbe bene a cambiare direzione. E l’occasione per farlo c’è ancora, visto che da martedì in commissione Cultura al Senato entrerà nel vivo la verifica degli emendamenti, alcune decine dei quali presentati da Anief, al testo del Decreto Legge n. 22 sulla scuola.

A proposito del rientro in classe a settembre, Anief conferma la sua linea contraria alla didattica “mista”: il gruppo-classe deve rimanere unito, svolgendo attività formativa nella sua interezza. Anche perché perdurando la didattica a distanza, si continuerebbero a danneggiare i tanti alunni estromesso a causa del problema del digital divide. Allora, se proprio non sarà possibile ospitare nelle aule tutto il gruppo di studenti iscritti, l’unica soluzione possibile rimane quella di partire da subito con classi riformulate da non oltre 15 alunni, come ha chiesto il giovane sindacato ai senatori della VII commissione. Ma anche come ha da tempo professato e tentato di fare approvare, con un disegno di legge, la stessa ministra Lucia Azzolina, ferma sostenitricedelle classi con numeri contenuti di alunni e della necessità di cancellare le classi pollaio.

Sulla necessità di dare una risposta a tanti cittadini con bambini piccoli che domani torneranno a lavorare, il sindacato ritiene che sia doveroso che il Governo si faccia carico del problema, ma dovrà trovare comunque una soluzione che permetta di non mettere a repentaglio la salute dei bambini e degli educatori che provvederanno ad accoglierli: accelerare il rientro, in condizioni di mancata sicurezza per continuare a prevenire il contagio del Coronavirus, rischia di vanificare la tendenza al ribasso della curva di contagio e quanto di buono fatto oggi in tantissime regioni e province, dove il numero di contagiati risulta lieve.

Una posizione simile riguarda anche l’esame di maturità che il ministero dell’Istruzione vorrebbe fare in presenza: perché si deve forzatamente allestire il colloquio dell’Esame di Stato a scuola, dal momento che abbiamo la possibilità si svolgerlo in modalità telematica, come avviene sistematicamente da anni per le università, non solo online, e anche per le sedute di laurea che necessitano della presenza dei numerosi professori che compongono le commissioni?

Necessita poi dei chiarimenti immediati, con convocazione immediata dei sindacati, la sempre più possibile introduzione della didattica “mista” da introdurre a settembre, perché a nostro avviso l’impegno lavorativo del corpo insegnanti potrebbe subire un’ulteriore impennata, dopo che già negli ultimi 60 giorni abbiamo assistito ad una maggiorazione del lavoro preparatorio delle lezioni, nonché di verifica finale degli elaborati e di tutoring individuale con modalità interattiva sincrona ed asincrona.

Come sarebbe il caso di convocare le organizzazioni sindacali per dirimere una volta per tutte le polemiche sui concorsi: poiché è assodato che la strada delle procedure ordinarie e straordinarie in atto porterà nella migliore delle ipotesi a coprire a settembre solo una parte dei posti liberi nella scuola secondaria, è evidente che bisogna introdurre delle procedure snelle, senza prove, che incrementino la platea dei precari da stabilizzare.

“Come Anief – dice il suo presidente Marcello Pacifico – riteniamo che vi sia ancora tutto il tempo possibile per organizzare una procedura concorsuale che non comporti prove, peraltro inibite dallo stesso Governo per via dell’emergenza Covid-19, ma si basi sulla valutazione dei titoli e dei servizi svolti dal personale. In caso contrario, oltre a ritrovarci a settembre con una quantità mai vista di supplenze da coprire, molte delle quali tramite Mad, lo Stato dovrà anche fare i conti con un’ondata di ricorsi”.

Sui concorsi, il sindacato ribadisce, dunque, l’esigenza di avviare una procedura d’urgenza per titoli, rivolta a docenti e a tutto il personale scolastico, anche Ata, Dsga, educatori, docenti di religione cattolica e tanti altri, che ha svolto almeno 24 mesi di servizio da precario. Allo stesso tempo è necessario aggiornare le graduatorie d’istituto, come è sempre più importante spostare oltre 50 mila posti in deroga di sostegno in organico di diritto.

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Coronavirus e ritorno a scuola, Gallo (M5S) capofila per il ritorno “ibrido”

luigi gallo

Sul rientro in classe ognuno dice la sua. Ed in Parlamento si va oltre. L’onorevole Luigi Gallo, presidente del M5S in Commissione Istruzione della Camera, ha presentato un ordine del giorno, che sembra possa contare sul sostegno di una parte della maggioranza parlamentare, con il quale chiede il rientro a scuola prima di settembre per gli alunni non raggiunti dalla didattica a distanza.

GALLO (M5S): NUOVA DIDATTICA

Inoltre, sempre il presidente della Commissione istruzione di Montecitorio in un’intervista a Fanpage ha detto che si sta lavorando “in Parlamento per un graduale ritorno alla presenza a scuola con un numero ridotto di studenti per aula per garantire la sicurezza dato il rischio di contagi da Covid-19. Sarà necessario un cambio di organizzazione, ad esempio, sugli orari e sugli spazi. La stessa didattica in presenza sarà strutturalmente accompagnata dalla didattica a distanza con studenti in aula e studenti in remoto”.

luigi gallo
Luigi Gallo

LARGO AL SISTEMA IBRIDO

Si agisce, in pratica, per realizzare un sistema ibrido, con le lezioni in presenza, in aula, solo per una parte di alunni: si lavora, in conclusione, per un’organizzazione didattica a “targhe alterne”, con le classi spezzettate in sotto-gruppi. Anief ritiene che assegnare qualche decina di tablet nelle scuole, in certi casi pure chiedendo incautamente onerose cauzioni agli alunni non abbienti, attraverso degli stanziamenti nazionali, come accaduto a marzo con gli 85 milioni di euro suddivisi poi per le 8.200 istituzioni scolastiche, possa essere la soluzione all’annoso problema.

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF

“La verità è che oggi su otto milioni di alunni, ben due milioni e mezzo non detengono il computer fisso – ricorda Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – e siccome la didattica online non si può svolgere con lo smartphone è chiaro che servono dei device appropriati. Come è chiaro che partecipare ad una lezione via internet, con il docente collegato da piattaforma, non si limita ad avere a disposizione un computer o un tablet. Servono telecamere, software, i soldi per la connessione ad Internet. Senza dimenticare un minimo di competenze che, quando si tratta di alunni in condizioni familiari sfavorevoli, oppure di giovani con sostegno, ma anche Dsa e Bes, sono tutt’altro che scontate e facilmente trasmissibili”.

LA PROPOSTA DI DE LUCA

La soluzione al problema indicata dal giovane sindacato è stata accolta anche da alcuni ambienti politici. È di queste ore la richiesta scritta del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, alla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, sulle modalità di ripartenza per il prossimo anno scolastico. “Ho scritto al Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, – riporta la pagina ufficiale del Governatore Vincenzo De Luca – per chiedere che, nelle ipotesi al momento allo studio per la ripresa del prossimo anno scolastico, non vi sia la previsione di riduzione degli organici, ma esattamente il contrario, cioè un potenziamento delle docenze. L’impossibilità di consentire assembramenti che costituirebbero un pericolo per la salute pubblica, come più volte Lei ha sottolineato, comporta, come prima logica conseguenza quella di evitare le cosiddette “classi pollaio”. A maggior ragione nel caso in cui dovessero pervenire indicazioni nazionali che prevedessero una didattica in presenza da garantire anche attraverso un “dimezzamento” di alunni per classe e doppi turni. Sarebbe quindi necessario, un potenziamento degli organici”, ha saggiamente chiesto Vincenzo De Luca.

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Coronavirus, l’appello ai dirigenti scolastici: “Presenza personale limitata ad attività indifferibili”

Il Decreto Legge 18 del 17/03/2020 ha disposto che negli uffici pubblici la presenza del personale debba essere limitata esclusivamente alle attività indifferibili. Anche nelle scuole, quindi, i dirigenti scolastici hanno avuto la possibilità di aprire gli edifici scolastici esclusivamente per le attività che non potevano essere svolte a distanza in smart working.

Dunque, molti dirigenti hanno posto in essere le indicazioni del decreto Cura Italia, predisponendo e organizzando per il personale amministrativo la modalità di lavoro agile, per i Tecnici informatici il lavoro in remoto per il supporto della DaD. Sono rimaste da gestire in presenza solo poche attività per esigenze effettivamente indifferibili quali, ad esempio, la consegna di libri o computer agli allievi, la necessità di consultare documentazione in archivio, la gestione della posta, utilizzando in questo caso il sistema della rotazione del personale coinvolto in maniera equa e valutando le varie esigenze di spostamento, quelle di salute, la presenza di figli minori.

“Purtroppo – afferma Anief in una nota stampa – giungono alle nostre sedi territoriali continue segnalazioni da parte del personale scolastico che riferiscono della riapertura di alcune scuole in modo ormai costante, con la conseguente presenza in servizio giornaliera di collaboratori scolastici, assistenti amministrativi, Dsga come nulla fosse, nonostante le misure del Decreto Cura Italia siano ancora in vigore. Abbiamo addirittura ricevuto notizie di lavori di ristrutturazione, di manutenzione straordinaria di beni e materiali in dotazione agli istituti (banchi, cattedre, lavagne, Lim, etc.). Sembra quasi che le indicazioni di limitare la presenza del personale alle sole esigenze indifferibili, disposte dal DL 18/2020 per ridurre il contagio del Covid-19, siano state revocate, quando così non è”.

Alla luce di quanto sta avvenendo, ANIEF rivolge, ancora una volta, un appello ai dirigenti scolastici per la tutela della salute di tutto il personale della Scuola, ricordando che la normativa vigente non consente lo svolgimento della normale attività degli Istituti scolastici ma limita ancora la presenza nell’istituto del personale solo alle esigenze indifferibili. Chiediamo a tutto il personale scolastico, alle RSU e ai terminali associativi sindacali di segnalare alle sedi territoriali ANIEF tutte le situazioni di potenziale rischio per i lavoratori, affinché sia possibile intervenire prontamente.

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DaD: serve un assistente tecnico per ogni istituto comprensivo, dice Anief

aula generica esami maturità 2019

Didattica a distanza, serve almeno un assistente tecnico per ogni istituto comprensivo. È in considerazione della crescente presenza della componente digitale on line nell’offerta formativa che Anief chiede una presenza stabile del personale tecnico in tutte le istituzioni scolastiche, anche quelle in cui fino a poche settimane fa non era previsto, come le scuole che comprendo gli alunni dai 3 agli 11 anni: lo rivendica il giovane sindacato, con un emendamento proposto alla VII commissione del Senato che nei prossimi giorni esaminerà il Decreto Legge n. 22 sulla Scuola già approvato dal Consiglio dei ministri.

marcello pacifico anief
Marcello Pacifico, leader di Anief

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “la crescente presenza della didattica in modalità telematica richiede una presenza stabile del personale tecnico in tutti gli istituti, a supporto dei docenti, del personale, dei dirigenti, degli alunni e anche, seppure indirettamente, delle famiglie. Soprattutto in quelle sedi, come la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, dove non ci sono ancora a oggi unità di tale figura professionale. Se fino a due mesi fa era da considerare preziosa, ora la presenza di almeno un assistente tecnico informatico negli 8.200 istituti scolastici italiani, nessuno escluso, è diventata indispensabile. I mille tecnici assunti a cavallo di Pasqua, in questa fase emergenziale con decreto del Governo, fino al 30 giugno prossimo, sono solo il punto di partenza”.

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Skuola.net: il 90 percento degli studenti soddisfatto dei docenti nell’insegnamento a distanza

Nell’emergenza da Coronavirus, gli insegnanti italiani hanno retto l’urto alla grande. Lo dicono anche gli studenti, visto che il 90% promuove l’operato dei loro insegnanti. A scriverlo è la rivista Tuttoscuola, nell’esaminare un sondaggio realizzato da Skuola.net, che ha intervistato 15mila alunni di scuole medie e superiori, di cui si è parlato anche nello speciale di “Verso il futuro e oltre”, andato in onda lunedì 13 aprile su Radio24. Dalla trasmissione è emerso, in modo inequivocabile, che le pratiche didattiche che hanno adottato i docenti in queste ultime settimane hanno permesso ad un alto numero di studenti di potere continuare ad usufruire dell’offerta formativa, seppure con i limiti inevitabili connaturati nella tecnologia e nella mancanza di contatto umano. C’è però un 10% scarso di docenti che non riesce a svolgere didattica a distanza.

L’impegno dei docenti nello svolgimento della didattica online sta producendo risultati sino a ieri impensabili: è l’elemento chiave che ha permesso alle classi di andare avanti. E lo sforzo è stato riconosciuto dagli studenti, tanto che molti di loro “ci tengono a ringraziare pubblicamente i docenti per quanto fatto di fronte all’emergenza”.  Complessivamente, più di 9 studenti su 10, seppur con varie sfumature, promuovono l’operato dei propri prof e il supporto che sono riusciti a dar loro in queste difficili settimane. E circa 1 su 3 ha rivalutato in positivo l’idea che aveva di loro. Il 14% degli intervistati assegna ai propri insegnanti una valutazione molto positiva, addirittura ‘ottimo’ (dato che alle scuole medie sale al 22%), dicendo che non avrebbe potuto chiedere di meglio. Il 58% gli dà un ‘buono’ ammettendo che, nonostante i problemi emersi in corso d’opera, i professori hanno fatto il massimo per limitarli. Il 21%, invece, si ferma alla sufficienza rispolverando il vecchio adagio “potrebbe fare di più”, sentito dire tante volte sul proprio conto.

videochiamata pc adulto didattica a distanza

LA PREPARAZIONE DEI DOCENTI

Anche sulla preparazione tecnologica dei docenti, i risultati premiano il corpo insegnante: così poco avvezzi a fare lezione con il supporto di strumenti innovativi: per l’11% meritano ‘ottimo’ (col solito picco alle medie, 17%), per il 53% un ‘buono’, per il 30% ‘sufficiente’. Appena il 5% li boccia. Anche sulla gestione della didattica a distanza la promozione è pressoché totale: il 12% è pienamente soddisfatto (il 19% alle medie), il 51% è molto contento, andamento accettabile per il 30%, solo il 7% gli dà l’insufficienza. Più o meno quelli che non sono ancora riusciti ancora a partire con lo smart learning.

LA POSIZIONE DEL SINDACATO

Stiamo parlando, commenta il sindacato Anief, di circa 100 mila docenti, che corrispondono, guada caso, ad una cifra non molto distante da chi non fruisce dei fondi annuali dell’aggiornamento professionale: secondo il sindacato, mentre però i precari, con anni di supplenze alle spalle, sono riusciti a sopperire a spese loro comunque alla mancanza di computer, tablet e connessione, i supplenti “brevi” hanno avuto difficoltà ad organizzarsi.

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF

“Assieme agli studenti commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – il Governo avrebbe dovuto andare incontro anche alle esigenze dei docenti precari, fornendo loro quei dispositivi e la formazione utile a realizzare la didattica a distanza. Invece, non è stato fatto. E per molti di loro è servito del tempo. Nel frattempo, la didattica online è stata imposta per legge, tramite il decreto 22 pubblicato anche in Gazzetta Ufficiale: secondo noi, le commissioni referenti del Parlamento, che stanno esaminando quel testo per l’esame e le possibili modifiche migliorative, hanno la possibilità concreta di fare accedere i supplenti al bonus annuale da 500 euro per l’aggiornamento professionale”.

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